Imenotteri Antofili della Pianura Padana orientale.
A partire dal 2011, grazie all'impegno di diversi tesisti e collaboratori, abbiamo iniziato ad estrarre dai campioni entomologici raccolti con trappola di Malaise, località per località, le api domestiche e selvatiche in essi contenuti. Lo scopo è quello di costituire una base conoscitiva per poter valutare il patrimonio biologico rappresentato da questi impollinatori e consentire raffronti spaziali e temporali.
Quasi tutto il materiale è stato preparato a secco tranne nei casi di catture seriali di ingenti quantitativi di una stessa specie. Il riconoscimento avviene sempre a livello di genere e, ovunque possibile, si cerca di determinare anche la specie. In diversi casi, data la complessità tassomomica del gruppo, l'analisi della biodiversità all'interno delle singole località si avvale della distinzione in morfospecie.
Negli ultimi tempi, stiamo affrontando il tema della diversità funzionale del contingente apidologico. Le ultime raccolte, del 2017-2019, hanno riguardato il parco circolare delle Mura di Ferrara, nell'ambito del progetto europeo Interreg
HICAPS (HIstorical CAstle Parks)e altre sezioni del parco Nord della città di Ferrara. Nel 2023, grazie al progetto
USAGE per la digitalizzazione dei dati sulla biodiversità ferrarese abbiamo attivato una collaborazione con Serena Magagnoli di UNIBO per la catalogazione della collezione di api e la determinazione specifica degli esemplari finora rimasti a livello di genere.
Ditteri Sirfidi del ferrarese e sperimentazione del metodo Syrph the Net per il monitoraggio della biodiversità. Altri campionamenti entomologici
La Stazione di Ecologia del Museo di Storia Naturale di Ferrara ha avviato, già nel 2003, in collaborazione con il Dott. Daniele Sommaggio di Biostudio e con ARPA Ferrara, un progetto per la sperimentazione di un metodo per la valutazione dello stato di conservazione della biodiversità basato sull'uso dei Ditteri Sirfidi come bioindicatori. I risultati sono confluiti nel volume
I Ditteri Sirfidi nella bioindicazione della biodiversità.
Perchè i Sirfidi?
I Sirfidi sono una famiglia di Ditteri Aschizi con oltre 6000 specie descritte nel mondo, di cui circa 1800 sono presenti nella Regione Paleartica, 850 sono conosciute in Europa e 530 sono attualmente note per la fauna italiana, con 94 generi. Sono ampiamente diffusi in tutti i continenti, con l’eccezione dell’Antartide, e sono tra i Ditteri meglio conosciuti come specie e come biologia, forse anche per il loro aspetto spesso appariscente e la loro frequente somiglianza con api e vespe.
Questi insetti da adulti sono molto simili fra di loro come stili di vita (sono tutti pollinivori o glicivori) ma, allo stadio larvale, mostrano esigenze ecologiche molto differenziate e sono in grado di utilizzare molti habitat differenti. Questo fatto li rende ottimi indicatori dello stato complessivo di conservazione di quasi tutti gli ecosistemi d'acqua dolce e terrestri. Questa loro proprietà è stata sfruttata per mettere a punto un metodo di valutazione ambientale chiamato "Syrph the Net", illustrato nel volume suddetto.
Altre Info
Altre indagini riguardano i Coleotteri Carabidi, altro gruppo il cui uso come bioindicatori dello stato di conservazione della biodiversità è ben consolidato. Il gruppo è stato monitorato in vari ecosistemi ferraresi, in particolare nelle golene del Fiume Po, nella fascia riparia degli stagni relitti dell'industria della canapa ("maceri")e nel parco circolare delle Mura ferraresi nell'ambito del progetto Interreg HICAPS (Historical Castle Parks).
Delta Road Kill: animali investiti sulle strade del Delta del Po
Le strade sono una causa frequente di morte per gli animali: si stima che in Europa dai 10 ai 100 milioni di uccelli, mammiferi, rettili ed anfibi vengano uccisi da collisioni con veicoli.
Il territorio della Pianura Padana orientale, formatosi con l'evoluzione del Delta del Po, è una zona di grande interesse naturalistico che convive con aree fortemente utilizzate e trafficate dall'uomo.
Con "DRK-Delta Road Kill, animali investiti sulle strade del Delta del Po", il Museo di Storia Naturale di Ferrara invita tutti coloro che percorrono le strade delle provincie di Ferrara, Rovigo, Ravenna e comuni limitrofi a segnalare il ritrovamento di animali uccisi dall'impatto con i veicoli.
Gli scopi sono:
- stabilire quali sono le specie più colpite;
- individuare le rotte di spostamento preferite dagli animali;
- stabilire se ci sono e quali sono i punti di maggior conflitto fra percorsi degli animali e strade;
- cercare soluzioni per ridurre la mortalità degli animali ed il rischio di impatto per i veicoli;
- avere un'idea più chiara degli effetti esercitati dalle strade sull'ambiente naturale per progettare soluzioni a basso impatto.
In questi mesi, il Museo è impegnato nel monitoraggio diretto della mortalità animale sulla Superstrada Ferrara-Mare, RA8, che viene confrontata con la via Comacchio, ovvero il percorso a bassa velocità che collega la città di Ferrara al mare. Vengono monitorate anche la via dei Calzolai che congiunge Ferrara all'argine del Po e la zona del Cavo Napoleonico.
Delta Road Kill
Da qualche tempo, vengono monitorate anche le osservazioni relative all'intera regione Emilia-Romagna con il progetto di citizen science
Roadkill in Emilia-Romagna: mortalità stradale dei vertebrati
Mappare l'Ambiente
Il progetto triennale 2004-2008 della Stazione di Ecologia ha compreso il censimento di entità naturalistiche (siepi, macchie boschive, maceri, ruderi, alberature, incolti, ecc.) presenti sul territorio del Comune di Ferrara. Nel 2008-2009 sono stati effettuati dei campionamenti di invertebrati geofili lungo le sponde di alcuni maceri e di invertebrati acquatici in circa 60 bacini, in vista della realizzazione di un indice di qualità per questi specchi d'acqua. Il progetto ha generato varie pubblicazioni (vedi
Pubblicazioni), compresa la monografia divulgativa
Le stagioni dei maceri.
Per altri dettagli e i risultati, si veda la pagina web
I maceri del comune e della provincia di Ferrara. Tutti i maceri censiti sono visualizzabili in Google Earth scaricando il file
maceri ferrara.kml (il database è passibile di modifiche e correzioni).
Aggiornamento 2019:
Gli stagni artificiali per la canapa (“maceri”) nel paesaggio ferrarese. Autori: Corazza C., Ragosta F.
q8corazza-ok.pdf. Mappa:
remainingpondscorazzaragosta2020simple.kml.
Invertebrati acquatici dei maceri del Ferrarese
Raccolte effettuate con retino immanicato.
Esaminati 63 maceri del Comune di Ferrara (2009)
Esaminati 20 maceri dell'alta provincia ferrarese (2011).
Riqualificazione del Macero NO20
Interventi di miglioramento ambientale di un macero situato in Via Aranova, nel comune di Ferrara. In collaborazione con Servizio Ambiente, Servizio Pianificazione Territoriale e Tozzi Sud S.p.A..
Progetto mappa di comunità del Po di Primaro:
processo partecipativo per la valorizzazione del sito Natura 2000 IT 4060017; tutto alla pagina web
Mappa di Comunità del Po di Primaro.
Lungo il fiume
E' un progetto avviato alla fine di febbraio 2009, teso alla caratterizzazione faunistica (invertebrati acquatici e insetti) della Zona di Protezione Speciale IT 4060017 "Po di Primaro e Bacini di Traghetto". Si è svolto con il supporto del Servizio Civile Nazionale, impegnando due volontari, ed in collaborazione con l'associazione di protezione civile VAB (Vigilanza Antincendi Boschivi) di Ferrara.
Sono state effettuate 4 uscite, di cui una di prova e tre di campionamento effettivo.
C'è una parziale sovrapposizione con il progetto relativo all'uso dei Ditteri Sirfidi illustrato in seguito.
Primi risultati:
benthos_primaro.pdf
Caratterizzazione e valutazione entomologica, fitosociologica e floristica di aree della SIC-ZPS IT 4060016 comprese nel comune di Ferrara
Il Sito di Interesse Comunitario e Zona di Protezione Speciale IT 4060016 di Rete Natura 2000 in Emilia-Romagna, comprende tutta la golena del Fiume Po da Stellata a Mesola e il Cavo Napoleonico, canale artificiale che collega il fiume Reno al Po. Isola Bianca e Bosco di Porporana sono due siti compresi nei confini amministrativi del comune di Ferrara estremamente importanti, in cui è ancora possibile ritrovare caratteristiche di naturalità sopravvissute all'acuta e diffusa antropizzazione della golena padana.
Nell'ambito di un progetto avviato in collaborazione con il Servizio Ambiente del Comune di Ferrara e compreso nel Piano Triennale di Tutela Ambientale 2004-2006 della Regione Emilia-Romagna, la Stazione di Ecologia del Museo ha coordinato attività di gestione naturalistica e indagini entomologiche e floro-vegetazionali, con lo scopo di valutare e migliorare lo stato di conservazione della biodiversità, in particolare, nel Bosco di Porporana e di definire l'impatto di varie strutture antropiche che perturbano la zona della SIC-ZPS più vicina al centro urbano di Ferrara.
Parte dei risultati sono stati pubblicati nel volume
Quaderni della Stazione di Ecologia. 19.
Si vedano anche
Flora delle golene del fiume Po nel comune di Ferrara,
Invertebrati delle golene del fiume Po nel comune di Ferrara.