Ricerche sulla Coleotterofauna delle zone umide della Toscana. I. Palude di Bientina (Coleoptera)
Quad. Staz. Ecol. civ. Mus. St. nat. Ferrara, 14: 98 pp., 2002 ISSN 0394-5782
Arnaldo Bordoni, Saverio Rocchi
RIASSUNTO
Gli autori hanno effettuato negli ultimi anni intense ricerche nelle residue zone umide (in particolare Bosco Tanali, Bottaccio della Visona e Villa Ravano) del Padule di Bientina (Toscana) allo scopo di censirne e studiarne la coleotterofauna sotto l'aspetto ecologico e biogeografico. Il lavoro comprende un'introduzione con cenni storici sul comprensorio, informazioni sulle caratteristiche geografiche, idrologiche, pedologiche, climatologiche e botaniche, l'elenco delle specie raccolte, il commento di quelle più interessanti, considerazioni faunistiche, ecologiche e corologiche, confrontando questa palude con quelle di Fucecchio, Busatello e Ravenna. Sono state raccolte 529 specie appartenenti a 50 famiglie. L'analisi, escluse quelle totalmente estranee al biotopo esaminato, ha riguardato 510 specie di cui 166 sono state considerate elobie, dato di particolare rilevanza in quanto dimostra che l'ambiente, pur ridottissimo, è ancora in grado di ospitare un elevato contingente di entità proprie delle zone umide. Numerose tra queste rivestono particolare interesse in quanto strettamente legate a biotopi palustri e quindi attualmente da considerarsi sporadiche, con distribuzione puntiforme ed ecologia specializzata. Di queste il 7,23 % ha nel Padule di Bientina e spesso nel contiguo Padule di Fucecchio l'attuale limite meridionale di distribuzione in Italia. Inoltre, fra tutte quelle raccolte, quattro specie risultano nuove per la Toscana (Acrotrichis sitkaensis, Cantharis lateralis, Scymnus inderihensis, Altica palustris); una potrebbe appartenere ad un'entità inedita (Trachys sp. gruppo lichtensteini); alcune risultano particolarmente rare (Stenus ampliventris, Silis ruficollis, Lissodema lituratum, Donacia reticulata, bicolora bicolora, dentata angustata, Datonychus angulosus). L'analisi corologica evidenzia che la maggior parte delle specie in generale, e di quelle paludicole in particolare, ha una vasta distribuzione in Europa, con diffusione prevalentemente settentrionale, che molte di quelle elobie sono legate alle paludi dell'Europa centro-settentrionale, talora rare nelle regioni del nord Italia, per cui il Padule di Bientina può essere considerato un ambiente di rifugio che merita quindi di essere adeguatamente preservato.